A ottant’anni dalla conclusione del conflitto etiopico (1935-1936), la «guerra dell’informazione» costituisce una delle pagine ancora oggi meno conosciute di quell’avventura coloniale.
A ottant’anni dalla conclusione del conflitto etiopico (1935-1936), la «guerra dell’informazione» costituisce una delle pagine ancora oggi meno conosciute di quell’avventura coloniale.
L’esempio arriva dalla Francia, dove l’Assemblea Nazionale ha approvato nel maggio dello scorso anno una legge sul “reato alimentare” che vieta ai supermercati di gettare nella spazzatura l’invenduto.
Forse se avessero saputo avrebbero scelto un momento più tranquillo i dieci Paesi dell’Asean, l’associazione del sud-est asiatico, per annunciare la trasformazione in un vero e proprio mercato unico.
Sono giornalisti, blogger e attivisti che in misura diversa e in condizioni avverse, minacciati e perseguitati, si sono distinti per la difesa di un valore fondamentale, l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani e il diritto “di cercare, ricevere e impartire idee e informazioni attraverso ogni mezzo e senza riguardo a confini e frontiere”.
In una nota la Federazione della Stampa missionaria spiega i perché della chiusura
Sono oltre 10 milioni gli abitanti dell’Etiopia minacciati dalla carestia, provocata da una grave siccità: a ricordarlo è la Conferenza episcopale locale, in una nota diffusa al termine della 38.ma Assemblea ordinaria, svoltasi nei giorni scorsi ad Addis Abeba.
La costruisce Salini Impregilo e sarà la più grande dell’Africa.
Dopo tre giorni di colloqui nella capitale sudanese Khartoum, i ministri degli esteri e dell’irrigazione di Sudan, Egitto ed Etiopia hanno firmato un accordo sulla Grande diga della rinascita etiope (Grand Ethiopian Renaissance Dam Project – GERD).